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Tratto da "Il giorno dopo Roswell" del Col. Philip J.Corso

Introduzione


Il Colonnello Philip J.Corso, ex membro del National Security Council (Consiglio della Sicurezza Nazionale) del Presidente Eisenhower e già a capo della Divisione Tecnologia Straniera del Dipartimento R&D (Ricerca e Sviluppo) dell'esercito USA, nel suo libro-memoriale, rivela la verità.

Nel 1961, l'allora Tenente Colonnello Corso, ricevette l'incarico di sviluppare un programma industriale segreto per lo sviluppo dei materiali rinvenuti a bordo della navicella extraterrestre.Il Colonnello Corso descrive gli strumenti rinvenuti a bordo dell'astronave di Roswell, precursori dei microcircuiti integrati, fibre ottiche laser, e fibre super-tenaci.

Ma espone sopratutto un' altra realtà ben più sconcertante:la presenza delle EBE, Entità Biologiche Extraterrestri, avrebbe influenzato enormemente eventi di rilevanza storica nella geo-politica internazionale.

Il Colonnello Corso,operando ai vertici dell'Intelligence dell'Esercito,ha prestato servizio nello staff del Generale MacArthur in Corea e,successivamente, del National Security Council del Presidente Dwight D.Eisenhower.

Nei suoi 21 anni di carriera militare, Corso è stato insignito con 19 medaglie ed onorificenze per meriti di servizio.

 

Roswell,che cosa fu visto?

 

 

Agli occhi dei militari l'UFO sembrava l'effetto di un atterraggio forzato, piuttosto che di un crash,in quanto l'unico danno visibile era uno squarcio rettilineo sull'intera fiancata dello scafo, la cui inclinazione risultava di 45° rispetto al terreno. Poteva essere un aereo persarono, ma diverso da quelli noti.

Era piccolo e somigliava più ad un vecchio prototipo di ala volante del costruttore di aerei Curtiss piuttosto che ad un'ellisse o ad un disco volante.

Sul bordo posteriore dell'ala spiccavano due piccole derive verticali e divergenti. Accostandosi il più possibile,senza intralciare quelli che controllavano la radioattività, videro delle piccole sagome grigio scuro, lunghe 1 metro e 20, 1 metro e 40.che giacevano al suolo, in totale ne contarono 5.

Quando si avvicinarono per vedere l'interno,si accorsero che all'interno c'era una luce sinistra che pioveva dalla parte più alta dello scafo, ma non era elettrica ne naturale, una fonte indefinita ma intensa, si pensò subito che fosse qualche invenzione dei Russi.

In quel momento qualcuno urlò di averne trovato 1 vivo (la storia iniziale viene raccontata da Steve Arnold e Jesse Marcel che accorsero per primi sul posto), mentre si dibatteva Steve Arnold dichiarò che i lamenti dell'essere gli provenivano direttamente nel cervello.

Le sue orecchie non udirono alcun suono, una delle sentinelle urlò ad uno degli esseri che stava scappando su di un pendio di fermarsi, ma gli uomini aprirono il fuoco e la uccisero.

L'Ufficiale incaricato diede l'ordine di non far entrare nessun civile e nemmeno la polizia locale, e di caricare tutto sui camion e far sparire qualunque traccia dello schianto dell'UFO, in quel posto non era successo niente, tutto doveva ritornare come prima (Peccato che alcuni civili riuscirono comunque a recuperare qualche frammento e renderlo noto all'opinione pubblica).

Da questo momento inizia il Cover-up facendo credere a tutti che al suolo sia sia schiantato un pallone d'alta quota per ricerche metereologiche.

Tutti i civili che videro qualcosa vennero "comprati" dal governo per nascondere l'accaduto. Purtroppo anche seriamente minacciati in cambio del silenzio informativo sullo schianto. L’esercito era arrivato, secondo recenti testimonianze dei testimoni dell’epoca, a minacce di morte per loro e i loro parenti. 

Corso tornò in America nel 1947,dopo che era stato in Italia,e si stabili' nella base di Fort Riley. Dopo alcuni mesi arrivo’ alla base un carico proveniente da Fort Bliss, in Texas e diretti all'Air material Commad presso la base Wright Field nell'Ohio.

Nei ruollini di carico non c'era niente di strano (erano stati segnati componenti di aerei), anche se stavano viaggiando nella direzione sbagliata, perchè normalmente quei materiali venivano spediti da Wright Field alle basi operative come Fort Bliss e non viceversa.

Una notte mentre era di ronda per controllare i vari circoli della base, venne avvicinato da una guardia,che piuttosto spaventata gli disse di guardare all'interno di alcune casse, la stessa affermò anche, che quasi tutti nella base viderò quello che c'era dentro, incuriosito Corso (a quel tempo era Maggiore) entrò nel magazzino e apri' una di queste,e vide questo:

All'interno vi era uno spesso contenitore di vetro con un denso liquido azzurro, simile all'additivo "gel" per i carburanti diesel. L'oggetto era sospeso nel liquido,perchè non poggiava sul fondo.

Era morbido e lucido come il ventre di un pesce. Inizialmente pensò che si trattasse della salma di un bambino, ma non lo era, era una figura dalle sembianze umane, alto circa 1 metro e 20, con braccia delle strane mani a 4 dita (non vedeva il pollice), esili gambe e piedi ed una sproporzionata testa a forma di lampadina, il cui mento sembrava la navicella trasportata sotto un dirigibile.

Non sapeva definire se si trattasse di pelle, in quanto sembrava che l'intera superficie del corpo fosse interamente ricoperta da una specie di tuta sottilissima.

Gli occhi dovevano essere rivolti all'indietro,perchè non si riusciva a vedere l'iride o le pupille, ne altri elementi in comune con l'occhio umano.

Le orbite erano enormi,di forma allungata e puntavano verso il piccolo naso,che in realtà altro non era che un'escrescenza.

Il cranio era sproporzionato che tutti i lineamenti erano disposti frontalmente ed occupavano solo una piccola area circolare nella parte inferiore della testa.

Le orecchie quasi non esistevano,le guancie non erano definite e mancavano sia le sopracciglia sia la peluria facciale.La creatura aveva una piccola fessura piatta,completamente

chiusa,simile più ad una piega o ad una rientranza fra il naso e la parte inferiore di un viso privo di mento,piuttosto che ad una bocca vera e propria.

Il corpo non presentava lesioni o segni causati da incidente,niente sangue,gli arti sembravano intatti e
non si notavano lacerazioni della pelle o su quella specie di tuta grigia.

All'interno della cassa trovò un documento dello spionaggio dell'Esercito,che descriveva la creatura come passeggero di un velivolo che si era schiantato nei pressi di Roswell, nel New Messico all'inizio della settimana e un foglio di accompagnamento per l'ufficio accettazione dell'Air Material Command a Wright Field,che indicava la destinazione del cadavere,ovvero il Reparto di Patologia dell'Ospedale Militare Walter Reed,dove sarebbero stati custoditi i resti dopo l'autopsia (il famoso Santilli Footage).

 

Gli oggetti recuperati a Roswell

 


Nel 1961 Corso diventò Tenente Colonnello,sotto gli ordini del Generale Trudeau,al Pentagono e suo assistente nel reparto speciale R&D(Ricerche e Sviluppo),una delle direzioni più delicate dell'intera burocrazia del Pentagono.Il Generale diede a Corso il materiale sul Roswell File:


1)minuscoli, vitrei, flessibili e trasparenti singoli filamenti,attorcigliati insieme in una specie di cablaggio grigio,come se si trattasse di cavi da inserire in un connettore, erano filamenti esili, più sottili di un filo di rame, a giudicare dal modo in cui ogni filamento si piegava senza spezzarsi e da come sembrava condurre i raggi di luce per tutta la sua lunghezza, che poteva essere un cavo conduttore,ma quale fosse la sua funzione restava un mistero.

2)sottili schede grigie, a forma di cracker, di circa 5cm, fatte di un materiale che sembrava plastica, ma che aveva dei disegni simili a minuscole cartine topografiche, incise a sbalzo su tutta la superficie.

 Si trattava di un circuito, e nel 1961 bastava usare una lente di ingrandimento per capirlo,ma dal modo in cui queste schede erano impilate, si doveva trattare di un circuito sconosciuto. 


3)Occhialetti scuri, sottili come la pelle, di forma ellittica. I patologi del Walter Reed dissero che aderivano al cristallino degli occhi delle creature e che sembravano riflettere la luce       esistente, persino nell'oscurità più profonda, tanto da illuminare e intensificare le immagini e da far distinguere delle forme a chi le avesse indossati.

Secondo i referti,gli stessi patologi, che avevano effettuato l'autopsia su una delle creature, avevano tentato di utilizzarli, guardando nel buio, le sentinelle e gli inservienti medici che percorrevano il corridoio adiacente al laboratorio: le figure risultavano circondate da una luce verde-arancio, a seconda di come si muovevano, ma i patologi riuscivano a distinguere solo le sagome, e quando si avvicinavano l'una all'altra si fondevano in un'unica forma.

4)campione di tessuto scuro, di colore grigio argentato, una specie di foglio di metallo che era impossibile piegare, curvare, strappare o arrotolare, ma che ritornava alla sua forma originale senza sgualcirsi.

Era una fibra metallica con delle caratteristiche fisiche che sarebbero poi state indicate come "super resistenti".

Se si provava a tagliarle con delle forbici le lame scivolavano senza lasciare graffi, se si provava ad allungarla, la fibra si ritraeva velocemente e i fili erano orientati tutti nella stessa direzione, cercando di allagarla, le fibre si orientavano,opponendosi alla direzione della forza che si applicava. Non era tessuto ma neanche metallo. 

5)Una tozza e corta torcia tascabile, con una fonte di energia interna che non era però, una batteria. Gli scienziati che la esaminarono,dissero che era impossibile vedere il raggio di luce che ne fuoriusciva, ma che quando puntavano la torcia verso la parete, si vedeva un puntino di luce rossa, senza che da questa specie di lente venisse proiettato alcun raggio di luce, come quando si orienta una torcia accesa contro un oggetto lontano.

Se un oggetto passava davanti alla fonte di luce, il raggio si interrompeva ma era cosi' intenso che l'oggetto iniziava a riscaldarsi ed a fumare. Solo più tardi capirono che era come un taglierino, e il colonnello capi' solo in seguito che gli alieni lo usavano per le mutilazioni sul bestiame come bisturi.  

6)Fascia occipitale, con dei sensori a segnale elettrico disposti su entrambi i lati.

Ipoteticamente, era un dispositivo atto a captare le onde cerebrali e a proiettare un diagramma di lettura, gli scienziati non riuscirono a spiegare il suo funzionamento ne da dove prendesse l'energia per funzionare, visto che non aveva batterie o altro.

Per vericare la natura dell’oggetto, un ricercatore se lo era posto sulla testa, ma appena posizionato la fascia, dovette subito allontanarsela per il forte dolore al capo che aveva provato.

Probabilmente ogni fascia occipitale doveva essere”calibrata” con chi la doveva indossare .

Tale fascia era collegata alla propulsione e al comando del velivolo, associato al posizionamento delle mani degli Ebe su un pannello nel velivolo dove erano presenti cavita’ con la stessa forma delle loro mani, quindi da inserire laddove occorresse “dialogare” con l’aereonave.

 

L'Ufficio Tecnologie Straniere del Pentagono

 

Tutti i reparti dell'Esercito,della Marina,dell'Aereonautica,dell'FBI e della Cia,volevano sapere cosa il Generale Trudeau e Corso tenevano segreto.

L'Aereonautica teneva l'UFO nella base di Edwards, in California, dove si studiava scientificamente la tecnologia del velivolo spaziale, in particolare il suo sistema di propulsione ad onde elettromagnetiche, ma l'ufficio R&D di Corso riusci' a mantenere il segreto, visto l'interesse di tutti a scoprire cosa avessero.

Tutto il materiale era arrivato grazie a depistaggi da parte delle sezioni interne all'Esercito,grazie al memorandum redatto il 26 settembre del 1947 dal Generale Twining al Presidente Truman dove si parlava dell'incidente di Roswell e sulle implicazioni per gli Stati Uniti,aggiungendo la lista dei funzionari che aveva consultato per svolgere indagini a livello di Top-Secret operativo.( Il famoso Majestic- 12)

Esso si occupa del Cover-up sul crash di Roswell e le operazioni militari top-secret,condotte dal Dipartimento R&D, tese ad indentificare la natura del fenomeno e valutare la potenziale minaccia che esso costituiva alla sicurezza nazionale.

 

EBE - Entità Biologiche Extraterrestri


In base a l'autopsia effettuata fù scoperto che le EBE erano  da considerasi come robot umanoidi piuttosto che forme di vita vera e propria.

APPOSITAMENTE CREATE PER VIAGGI SU LUNGHE DISTANZE ATTRAVERSO LO SPAZIO ED IL TEMPO, RAPPRESENTANO LA FINE DI UN PROCESSO DI INGEGNERIA GENETICA, SVILUPPATO PER VIAGGI INTERPLANETARI, IN AMBIENTI CARATTERIZZATI DALLA PRESENZA DI ONDE ELETTROMAGNETICHE  CON VELOCITA' TALI, DA CREARE LE CONDIZIONI FISICHE DESCRITTE NELLA TEORIA DI EINSTEIN.

Dal referto medico si deduce che il tempo biologico doveva essere trascorso molto lentamente per l'entità, poichè possedeva un metabolismo lento, come provato dalla notevole capienza dell'enorme cuore e dei polmoni.

La fisiologia di questo essere indicava che il corpo non doveva essere sottoposto a grandi sforzi per preservarsi.

Secondo il referto, le grandi dimensioni del cuore prefiguravano un numero inferiore di battiti rispetto a un cuore umano medio, per pompare il suo fluido semilinfatico, latteo e poco denso attraverso un sistema cardiocircolatorio limitato, primitivo e di capacità ridotta, di conseguenza, l'orologio biologico batteva più lentamente rispetto a quello umano e permetteva alla creatura di viaggiare su lunghe distanze in un tempo biologico più breve.

Per la struttura del cuore viene ipotizzato che funzionava sia come accumulatore passivo di sangue che come muscolo-pompa, era diverso da un cuore umano, il cuore dell'alieno sembrava avere dei muscoli diaframmatici interni che lavoravano meno del muscolo cardiaco umano, in quanto la creatura doveva vivere in un ambiente a gravità ridotta, almeno secondo il nostro concetto di gravità.

I patologi esaminando i polmoni, si accorsero che occupavano un volume maggiore, nella cavità toracica, rispetto ai polmoni umani, un indizio di avere a che fare con un'entità progettata per viaggi su grandi distanze. Anche l'analisi del tessuto scheletrico indicava un intervento di bioingegneria, le ossa della creatura, apparivano fibrose e più sottili a confronto con ossa umane, risultavano più flessibili di quelle umane e presentavano un'elasticità tale da poter funzionare come ammortizzatori; le ossa umane,a causa della loro fragilità, si frantumerebbero facilmente se sottoposte alle stesse sollecitazioni che tali entità sembrava riuscissero a sopportare.


A bordo della navicella non fu trovato del cibo, quindi i medici erano alla ricerca di come queste creature potessero nutrirsi, si cercava di capire il fluido che fungeva da sangue, ma che sembrava anche regolare le funzioni corporee, proprio come fanno le secrezioni ghiandolari nel corpo umano, in queste entità il sistema circolatorio e quello linfatico sembravano essere combinati, eventuali scambi di sostanze nutritive o l'eleminazione delle scorie potevano avvenire solo attraverso la pelle o le mute protettive, in quanto le creature non erano dotate di alcun apparato digestivo ne di smaltimento delle scorie.

La tuta spaziale o pelle esterna della creatura sembrava avvolgerla completamente, proprio come fosse stata tessuta su misura intorno al corpo, per fornire una guaina protettiva perfettamente aderente, i patologi immaginarono che senza la tuta, l'entità sarebbe stata vulnerabile ad una combinazione di traumi fisici,dovuta al costante bombardamento delle particelle di energia. La pelle somigliava ad un sottile strato di tessuto adiposo, qualcosa di completamente permeabile, come se avvenisse un continuo scambio di sostanze chimiche circolatorio-linfatico.

Era forse questo il modo in cui si nutrivano? … Ma non avendo un apparato digerente l'opinione comune fu che fossero androidi.

In base alle grandezze del cranio che avevano solo 4 sezioni distinte ed al ritrovamento della fascia occipitale, gli ingegneri arrivarono a pensare che il funzionamento del velivolo e per governare il volo fossero da ricercare non tanto nello scafo, ma nel rapporto tra pilota e velivolo.

Ipotizzarono un sistema di guida ad onde cerebrali, tanto specifico da rappresentare l'impronta elettronica sia del pilota che del velivolo stesso. La navicella era in grado di opporsi all'attrazione gravitazionale attraverso la propagazione di onde,controllate per mezzo dell'inversione dei poli magnetici del velivolo, al fine di poter regolare su una rotta non tanto il sistema di propulsione ,ma la repulsione fra cariche elettriche dello stesso segno.

Le prime rivelazioni sulla natura della navicella spaziale e sull'interfaccia di pilotaggio arrivarono molto velocemente dalla base di Norton. L'Aereonautica scopri' che l'intera navicella funzionava come un grosso condensatore.

Essa stessa immagazzinava l'energia necessaria a far propagare l'onda magnetica che la faceva alzare in volo, che le faceva raggiungere la velocità di fuga dal campo gravitazionale terrestre e che le permetteva di muoversi a velocità superiori alle 7000 miglia orarie.

Si ipotizzò che i piloti comunicassero con l'onda generata attraverso le tute aderenti.

L'allineamento atomico longitudinale dello strano tessuto faceva in modo che i piloti divenivano parte del sistema elettrico del velivolo stesso, il loro compito non si esauriva nel pilotaggio, ma divenivano parte integrante dei suoi circuiti elettrici, il velivolo era un'estensione del loro corpo, perchè strettamente collegato al loro sistema neurologico.

Le creature erano, quindi, in grado di sopravvivere per lunghi periodi all'interno di un'onda ad elevata energia, diventando il circuito primario deputato al suo controllo.

Erano protette dalle tute,che le avvolgevano dalla testa ai piedi e che permettevano loro di essere un tutt'uno con la navicella, in pratica parte dell'onda.

L'astronave a forma di mezzaluna non aveva alcun sistema di controllo di navigazione tradizionale, non vi erano cloche, ne volantini o manette, pedali, cablaggi, flap o timoni, si supponeva che il funzionamento era integrato con le fasce, le tute, il cervello e l'intera astronave, i comandi di volo venivano convertiti dalle fasce in una sorta di flusso di corrente che scorreva nelle tute e che veniva convogliato nei pannelli in rilievo, in cui erano presenti le impronte delle mani delle creature.


L'astronave non aveva motore, però poteva immagazzinare e gestire una grande quantità di corrente, a livello teorico, l'astronave poteva essere un condensatore, che immagazzinava corrente controllata o monitorata dal pilota e che poteva, in qualche modo ricaricarsi con l'ausilio di un generatore di bordo.Corso si pose degli interrogativi: se le EBE,oltre ad essere state progettate biogeneticamente per i viaggi interstellari, non fossero state soggette ai tipi di forze che i piloti umani avrebbero normalmente incontrato?

Se le EBE utilizzavano una tecnologia basata sulla propagazione di onde come propulsione antigravitazionale e sistema di navigazione, allora potevano viaggiare dentro una specie di onda elettromagnetica regolabile.

Fece notare al Generale Trudeau la necessità di studiare i potenziali effetti fisiologici sugli umani, dovuti a lunghe esposizioni alle fughe di energia generate dalla propagazione di un campo elettromagnetico.

 

La fine della Guerra Fredda


La guerra fredda permise all'America di aggiornare la struttura militare e anche se ebbe molte difficoltà a mantenere la pace per non scatenare una guerra termonucleare con la Russia, riusci' con Ronal Reagan a dimostrare a Mikhail Gorbachev che gli Stati Uniti erano in grado si spiegare un'efficiente linea di difesa antimissilistica e cercavano di ottenere la cooperazione dei Sovietici per puntarla contro gli extraterrestri, tutti i pretesi della Guerra Fredda caddero e il grande monolito sovietico dell'Europa orientale iniziò a crollare.

La Guerra Fredda, fu utile per entrambe le superpotenze,consentendo loro di approntare delle difese contro gli extraterrestri, senza mai rivelare quello che in effetti, stavano facendo.

La storia mostra che durante la Guerra Fredda, ci fu anche un'altra strategia parallela: dietro il comune dispiegamento di vasti arsenali missilistici, di enormi flotte di bombardieri e di sottomarini laciamissili strategici, c'era un avvertimento agli alieni: se avessero occupato una porzione del nostro pianeta,noi eravamo in grado di annientarli.

Se avessero scatenato una guerra ,o avessero attaccato gli Stati Uniti o l'Unione Sovietica per rendere inutilizzabile uno dei due arsenali, avevamo abbastanza missili da fargli rendere vano ogni tentativo.

Questo faceva parte della strategia all'origine della corsa agli armamenti degli anni 50 e 60: sacrificare una parte del pianeta per permettere al resto di vivere.

Con l'arrivo dei rapimenti e delle mutilazioni di bestiame,la corsa al miglioramento militare era importantissimo,quindi costruire aerei intercettori sempre più veloci aveva in relatà un duplice fine: tutti questi aerei rappresentavano un'alternativa sufficiente alla semplice distruzione reciproca con missili teleguidati e, nel contempo, lo sviluppo di un baluardo tecnologico aereo in difesa del pianeta dagli extraterrestri. Sia l'America che la Russia temevano che un altro settore fosse interessato agli attacchi: i rispettivi programmi di esplorazione spaziale.

Dall'inizio dei reciproci tentativi di inserire satelliti in orbita, gli extraterrestri osservavano ed interferivano con i nostri razzi vettori, in certi casi causando alle missioni, con o senza equipaggio, interferenze sulle trasmissioni radio e problemi agli impianti elettrici o alle parti meccaniche delle navicelle.

Gli astronauti americani e sovietici hanno riferito, separatamente di avvistamenti di UFO tanto frequenti da divenire ordinaria amministrazione.

Il collegamento audio/video tra le capsule spaziali e la Nasa,è codificato: in tal modo nessuna segnalazione ombreggiata degli UFO è di fatto intercettabile da parte dia radioamatori privati.

Inoltre gli astronauti hanno ordine preciso di non riferire avvistamenti UFO,se non dopo essere atterrati ed aver fatto rapporto a fine missione.

Ci sono molti rapporti di militari e astronauti sugli UFO, per esempio, gli astronauti della capsula spaziale Mercury7 sarebbero stati tallonati dagli UFO, mentre Neil Armstrong avrebbe ammesso di aver visto una base aliena sulla Luna durante il sorvolo e l'allunaggio compiuti dalla missione Apollo 11.